Al termine del XVIII secolo, le attività del famoso allevamento di Federico, finirono. Stava cominciando una nuova epoca, influenzata da uno stile empirico e proiettata verso lo splendore e l’eleganza. Le strade divennero migliori, le carrozze trainate dai cavalli divennero più agili e leggere, e l’illimitato potere nelle mani della Corona, incluso il potere economico, furono ridotti.

Le grandi squadre di magnifici cavalli diminuirono e la  disciplina del dressage perse la sua influenza militare, così come le battaglie non furono più  combattute uomo a uomo, ma per mezzo di eserciti composti da contadini arruolati e cittadini. Le unità di cavalleria furono addestrate nel fare incursioni rapide, per le quali il classico cavallo barocco era meno adatto del tipico cavallo inglese da corsa. E di fatti, giunti al tempo della battaglia di Waterloo, anche il ruolo di nobili e principi barocchi come fornitori di cavalli per l’esercito, si esaurì.

Questi avevano bisogno di enormi quantità di cavalli che fossero facilmente mantenibili, gestibili e, dati i loro numerosi compiti pratici, che escludessero il mantello bianco e altri colori poco adatti. Cavalli con strisce o macchie non erano contemplati; i requisiti ricercati erano: stabilità, temperamento, educazione, bellezza e buoni ritmi. Furono importati grandi numeri di purosangue e nella produzione di cavalli per borghesi e nobili fu incoraggiata la quantità al posto della qualità.

Per lo sviluppo equestre in Europa fu un ottimo periodo di scoperte e progressi in campo di selezione di cavalli colorati, ma nello stesso tempo, la chiusura delle Accademie di Equitazione Reali, portò alla perdita dell’incoraggiamento dei giovani e talentuosi cavalieri. Andò persa anche la capacità di selezionare stalloni Frederiksborger utili a mantenere  una linea che soddisfacesse i parametri dell’Alta Scuola; una pratica che sopravvive ancora oggi all’Accademia Reale Spagnola di Equitazione  di Vienna.

L’ultimo secolo dell’allevamento reale al Castello di Federico, divenne un esempio di come i tradizionali criteri di selezione, che favorivano i cavalli morfologicamente eccellenti, vennero accantonati, e l’incompetenza ne prese il posto.

La selezione del cavallo Frederiksborger fu soppiantata dalla “Purosangue-mania”, che, come la mania per lo stile imperiale, distrusse o modificò radicalmente, pressoché tutto l’allevamento equino europeo. Neanche il Lipizzano fu risparmiato; fin che, un giorno, il capo delle truppe a cavallo, si lamentò presso l’imperatore, del fatto che il nuovo Lipizzano “inquinato” non fosse qualificato per entrare nell’Alta Scuola. Così l’imperatore ordinò personalmente che questa razza  dovesse essere conservato in assoluta purezza in previsione del futuro.

Questo purtroppo non accadde in Danimarca; il re era troppo debole ed il potere era caduto nelle mani del cosiddetto  riformatore Struensee, che prima della sua esecuzione, istigò disastrose modifiche nelle selezioni degli allevamenti. La sua più indimenticabile azione  fu di ridurre drasticamente l’allevamento reale e abolire la principale linea pura di selezione, che esisteva ormai sin dal tempo del barone van Haxtausen.

 Tra il 1798 e il 1869 fu disastrosa anche l’influenza di Christian Carl Frederik August, duca di Schleswig-Holsten, Sonderborg e Augustenborg, che molto probabilmente vendette alla scuderia di Frederiksborg, come stalloni da incrocio, degli stalloni esclusi dal suo allevamento di purosangue. Fu senz’altro responsabile della definitiva chiusura dell’allevamento di Federico avvenuta nel 1840.

Solamente la linea dei cavalli nati bianchi venne preservata pura con il vecchio spirito, e comunque anche questa sviluppò con il tempo significativi problemi durante gli incroci, dando come risultato delle fattrici tutte sterili. La linea di selezione sarebbe andata persa se non fosse stato per una fattrice macchiata rossa, che aveva dato alla luce, insieme allo stallone Overileren,  quattro puledri nati bianchi.

Quando il re Svedese Carlo XX venne a far visita, nel 1862, al regno di Frederik VII, a Copenhagen, la carrozza reale fu trainata per l’ultima volta da una squadra di cavalli nati bianchi. Federico VII morì nel 1863. Il suo cavallo preferito fu lo stallone  bianco Perlen, che dopo la sua morte fu imbalsamato, e che ancora oggi è situato nelle scuderie reali del Castello di Christian, vicino a Coreur.

Nel 1871 la linea di selezione dei cavalli nati bianchi, si dissolse definitivamente, e con essa  finì anche l’onorabile storia dell’allevamento di Frederiksborg.

Federico VIII, che regnò tra il 1906 e il 1912, fu l’ultimo re sovrano danese a montare un cavallo nato bianco. Il suo favorito fu il castrone bianco Arrogant, con il quale era solito ispezionare al galoppo le truppe. Quando Frederik VIII morì, nel 1912,  Arrogant trottò dietro alla bara del re al suo funerale; l’ultimo cavallo bianco se ne andò con il suo signore.