La storia della scuderia di Federico era finita, ma non quella del suo cavallo; infatti molti nobili e proprietari terrieri rimasero fedeli al classico cavallo danese, e per di più questo si diffuse prosperosamente anche tra la cittadinanza comune.
Influenzata da queste circostanze favorevoli, un’altra pagina di storia stava per essere voltata.
L’allevamento equino era diventato un beneficio non più solo per la classe superiore, ma anche per i contadini. Infatti a partire dal XVII secolo, la scuderia reale prestò di nuovo i suoi stalloni d’allevamento, ai coltivatori, o comunque assicurò loro il pieno accesso agli stalloni della scuderia reale, in modo tale da superare la miserabile situazione che copriva le campagne in quel periodo. In questo modo si verificò di nuovo una crescente produzione di cavalli Frederiksborger, specialmente nella zona delle isole Sjaelland; e non cambiò il fatto che i cavalli migliori continuarono comunque ad essere di proprietà di nobili e di proprietari di terreno.
Verso il 1780, parallelamente alla fine della scuderia di Federico, l’allevamento del barone Lovenskjold, presso il Castello di Lovenborg, venne alla luce e alla gloria grazie alle sue 100 e più fattrici, considerate di eccezionale qualità. Il barone preferiva cavalli leggermente colorati come Isabella, e comprò parecchi stalloni di prima qualità dalle scuderie reali di Frederiksborg. Geneticamente questi stalloni potrebbero ricondurci a Baever II, nato nel 1782, che fu un diretto discendente di Superbe, nato nel 1683.
Baever II venne descritto il “cavallo dal colore nocciola con impronte bianche”. Queste impronte bianche erano piuttosto insolite, e mai il colore nocciola fu così unico come quello descritto. La migliore partner del bel cavallo fu la fattrice H., proveniente dall’allevamento della linea maculata. Perciò è probabile che Baever II tramandò alcuni geni, attraverso i suoi figli, allo stallone giallo Lovenborg, che diventò uno dei fondatori principali del Knabstrupper.